Stile minimal e sapori speziati nella passerella di Simonetta Ravizza
Simonetta Ravizza, nella sua collezione primavera estate 2012-2013, presenta una donna sensuale e irriverente, che ama giocare e non ha paura di mescolare e reinterpretare gli stili ispirati ai suoi viaggi. La collezione ci trasporta da Marrakech a Parigi, dai colori caldi delle stampe etniche al minimalismo anni Settanta.
La sfilata apre con le sfumature delle spezie marocchine: stampe etniche, audaci color block nelle giacche destrutturate, motivi grafici nei pantaloni palazzo e stampe ad effetto “tie and dye”. Pelli lavorate appaiono morbidissime, disegnano pieghe nell’abito lungo color caramello, creano giochi di luci e ombre nella camicia biscotto dal taglio maschile, si declinano nella canotta drappeggiata, negli ampi pantaloni a palazzo, nei giubbotti da motociclista, nei gilet dai dettagli animalier. Dettagli animalier che troviamo quasi ovunque: nei piccoli inserti in un pachwork di colori, nella celebre borsa Hemingway – stavolta con manico in corno e pelliccia tigrata, in un divertente cappottino a mezze maniche bordate in piume, perfino a decorare zeppe e ballerine. Una scelta, in questo caso, forse un po’ troppo eccessiva.
Monili importanti ad adornare il collo, stretti, pieni, quasi claustrofobici, cascate di bangles in corno ai polsi. I toni neutri delle terre bruciate sono accesi dai rossi e dal turchese, le linee morbide dei capi non evidenziano mai le curve del corpo.
Poi, una brusca virata. La donna della giungla si spoglia di tutto, colori e gioielli cedono il posto al minimalismo del black and white. Corti abitini anni Settanta, morbidi pantaloni abbinati a giacche sciancrate, fantasie – poche – optical oppure lunghe righe verticali. Pelle nera lavorata a laser, a dare l’illusione di un pizzo ricamato, su sensuali camicie ma anche su un trench dal taglio classico. Ancora pelle dark su stretti bomberini trapuntati, abiti davvero mini, pantaloni e gonne cortissime. Il tutto abbinato a canotte o miniabiti in visone lavorato.
La maestria della Maison Ravizza nella lavorazione dei pellami è indiscussa, ma si tratta pur sempre di una sfilata primavera estate, e ci resta davvero difficile immaginare di indossare un abitino in visone con una temperatura superiore ai 15 gradi.