La poetica di Izumi Ozino per Anteprima P/E 2026.
“Echi di transitorietà” è il titolo della collezione che Izumi Ozino ha presentato a Milano a settembre per la P/E 2026. Con una composizione poetica ne racconta l’ispirazione e l’intento: un canto di speranza che trasforma la fragilità, il disordine, il caos, in grazia, bellezza, sogno, luce.
Il risultato? Arte indossabile, equilibrata e luminosa.
La memoria fluttua in ruscelli silenziosi.
In un mondo dove la pioggia cade sottile,
polvere e filo nascono dall’interno.
Dalla fragilità, costruiamo con grazia,
dal decadimento, creiamo uno spazio sacro.
La bellezza dal disordine trova la sua fiamma,
in linee spezzate che non hanno nome.
nessuna mappa da tracciare, nessuna regola da osservare,
eppure la luce emerge dal profondo.
Un cambiamento sussurrato, un delicato bagliore,
dove il caos si trasforma in un sogno.
La pioggia riscrive ciò che il tempo ha dimenticato,
ogni goccia un filo, ogni segno una trama.
Arte indossabile, equilibrata e luminosa,
una speranza viva, vestita di luce.
Izumi Ogino nell’anno 1998 è stata la prima stilista giapponese a partecipare alla settimana della Moda a Milano.
Dopo una lunga esperienza a HonKong dedicata a promuovere i marchi italiani in Oriente, si traferisce a Milano dove nel 1993 fonda Anteprima, e cinque anni dopo sfila con la sua collezione, riscuotendo subito apprezzamento per il suo stile minimalista, poetico e contemporaneo, allo stesso tempo disinvolto e sofisticato con un tocco sportivo, dalle silhouette ampie e le forme essenziali, dai dettagli raffinati. Izumi trae ispirazione per le sue creazioni dal suo amore per i viaggi, dalla passione per diverse forme d’arte, belle arti, letteratura, musica, danza e teatro, oltre alla sua vasta conoscenza nel design di gioielli, design floreale e trucco.
Le collezioni sono spesso frutto della collaborazione tra Izumi Ogino e un artista; l’attuale per la P/E 2025 trae ispirazione dalle opere dello scultore miniaturista giapponese Takahiro Iwasaki. L’artista per sue opere usa materiali fragili – polvere, capelli, fili, carta – per raccontare la forza nascosta nelle cose più effimere.
Rigenerazione, trasformazione, sostenibilità sono concetti che stanno alla base del lavoro estetico della stilista giapponese che, con questa collezione mostra come ottenere un prodotto fashion da materiale alternativo riciclato. L’impegno verso la sostenibilità -sappiamo che la stilista collabora con artigiani che applicano tecniche zero waste– si manifesta nell’uso di fibre riciclate, nylon rigenerato, filati metallici, poliestere.
Cosa ci ha colpito di più guardando della performance per la p/e 2026 ?
La collezione ci ha trasmesso una forte sensazione di leggerezza. I tessuti leggeri e trasparenti di alcune giacche, usati specialmente nelle stratificazioni di tonalità di colore tenui fanno pensare a velatura di colore su una tela: la sensazione è quella di un acquarello. L’uso del tessuto mesh, un tessuto a rete tridimensionale -come le reti da costruzione industriale- in nylon o in poliestere ma anche in cotone, grazie alla sua struttura e alla sua trasparenza accentua la sensazione di leggerezza ma soddisfa anche l’esigenza di sostenibilità. Con rete grossa la stilista ha creato gonne, ma ha stampato dipinti di Takahiro Iwasaki sui tessuti mesh di reti più sottili usati per maglie per gonne, pantaloni o bermuda.
La linea gonfia a palloncino, nei pantaloni lunghi o bermuda, nelle gonne e abitini, nelle maniche, regala una silhouette attuale che non perde eleganza anche se l’immagine risultante è di capi ‘cargo’, sportivi e comodissimi. Nei capi scivolati, aderenti, è il tessuto leggero a maglia a trasmettere confort, mentre le linee morbide e abbondanti dei trench trasmettono un look rilassato e sportivo. Il passaggio di caschi da operai edili in mano alle modelle trasmette l’idea della rigenerazione, della ricostruzione a partire da ciò che era stato scartato.
I colori sono vivaci e intensi, bianco, arancio, blu, verde, giallo e arancio; oppure pastello come avorio, rosa, menta e pesca, sfumature glicine, lilla e viola.
Una collezione giovane, ottimista, accattivante, poetica, sofisticata e versatile allo stesso tempo che ha nella sostenibilità il suo concetto di partenza.


Credit: U.Fratini/launchmetrics.com/spotlight

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