MANI TESE ALLA MODA

Nel 2024 il settore moda ha segnato un tracollo, denunciando tutti i sintomi di una crisi profonda: crollo dell’export, perdita di occupati, calo produttivo, prospettive non rosee per il futuro.
A pesare sono soprattutto i segnali di rallentamento dell’economia cinese, ma anche le conseguenze di certi errori compiuti dai brand del fashion system, in primis l’impennata dei prezzi oltre ogni ragionevolezza.
Qualche cenno di ripresa si vedrà forse solo nella seconda parte del 2025, con una ripartenza incoraggiante nel 2026 – stima la Camera Nazionale della Moda Italiana – quando ci si aspetta l’emergere di nuovi mercati asiatici ben performanti come Thailandia e Malesia.
Intanto, è essenziale mantenere solida la nostra filiera manifatturiera e il know-how, nonché salvaguardare i posti di lavoro, supportando le aziende in crisi.
Il Governo italiano ha quindi risposto all’appello lanciato dalle varie Associazioni settoriali varando nei giorni scorsi alcuni provvedimenti congiunturali e strutturali di politica industriale per aiutare le aziende, specialmente quelle piccole e medie, a superare il guado delle difficoltà presenti.
Passiamo in rassegna le principali misure adottate, che vanno dagli incentivi all’aggregazione di imprese alle agevolazioni per l’accesso al credito, dalle assunzioni dei giovani under 35 all’obbligo di verifica delle recensioni online.
In particolare, per consentire alle PMI del settore Moda di affrontare più efficacemente le sfide del mercato globale incrementando la capacità di investimento, innovazione e penetrazione dei mercati internazionali, sono previsti stimoli normativi alle forme di aggregazione tra imprese mediante lo stanziamento fino a 100 milioni di euro per i “Mini Contratti di Sviluppo”: si tratta di accordi finalizzati a sostenere programmi di investimento di importo non inferiore a 3 milioni di euro e non superiore a 20 milioni. Inoltre, il recente Disegno di legge ha introdotto le cosiddette “Centrali consortili”, ovvero nuovi enti giuridici che fungono da strutture di indirizzo e coordinamento per le micro, piccole e medie imprese già organizzate in consorzi di filiera: tali organismi mirano a rafforzare la competitività e l’innovazione delle aziende attraverso modelli di cooperazione efficienti e solidali (sarà il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a vigilare sul rispetto delle finalità mutualistiche).
Riguardo all’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, il disegno di legge attribuisce al Governo una delega per il riordino della disciplina dei Confidi (consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi di PMI), per semplificare e riorganizzare questo strumento, attraverso la revisione dei requisiti di iscrizione all’albo previsto dal Testo Unico Bancario, l’ampliamento delle attività consentite, la promozione di processi di concentrazione tramite agevolazioni normative e l’estensione delle possibilità operative per i Confidi iscritti. Sono inoltre previste misure per ridurre i costi di istruttoria nella valutazione del merito creditizio delle imprese e interventi volti a favorire l’integrazione tra consorzi.
Non solo. Il Ddl stabilisce incentivi fiscali per le imprese che aderiscono a un contratto di “rete soggetto”, consentendo la sospensione d’imposta sulla quota di utili destinata a investimenti previsti dal programma comune di rete. L’agevolazione, finanziata fino a 45 milioni di euro dal 2027 al 2029, riguarda gli utili realizzati tra il 2026 e il 2028, destinati al fondo patrimoniale comune o al patrimonio dedicato all’affare.
Molto importanti sono poi le disposizioni sulla cosiddetta “staffetta generazionale” al fine di incrementare l’occupazione giovanile, con la creazione di nuovi posti di lavoro tramite un sistema di pensionamento flessibile che consenta al lavoratore anziano una migliore conciliazione vita/lavoro e, al contempo, attui il trasferimento delle competenze professionali a favore di giovani lavoratori assunti in sua parziale sostituzione. Viene quindi introdotto, per le imprese fino a 50 dipendenti, un sistema di trasferimento generazionale con part-time incentivato per l’accompagnamento alla pensione e assunzioni agevolate di giovani under 35: il neoassunto potrà sostituire integralmente la posizione lavorativa del lavoratore anziano, una volta cessato il rapporto di lavoro di quest’ultimo.
Interessante è anche il provvedimento contro le false recensioni online nel mercato della ristorazione e del turismo, per contrastare le quali è introdotto l’obbligo di verificarne l’attendibilità. La disposizione stabilisce quindi che il consumatore potrà rilasciare una recensione motivata entro 15 giorni dalla data di utilizzo del servizio e l’impresa interessata potrà richiederne la cancellazione nel caso in cui il giudizio risulti falso o ingannevole, o qualora il commento non dovesse più essere attuale trascorsi i due anni dalla sua pubblicazione o in ragione dell’adozione di misure idonee a superare le criticità che avevano dato origine al giudizio espresso.
Infine, il Ddl delega al Governo l’adozione di un decreto legislativo per la redazione di un testo unico in materia di startup, incubatori e PMI innovative. L’obiettivo è coordinare le norme vigenti, apportando modifiche per migliorarne la coerenza e abrogare espressamente quelle obsolete o prive di contenuto normativo. Viene consolidata la figura del Garante per questo comparto e ampliati i suoi compiti, con lo scopo di promuovere la cultura, la formazione e la crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione tecnologica per massimizzarne la competitività.
Da ultimo, vogliamo sottolineare che, se il 2024 è stato un anno difficile per la moda in senso stretto, per la gioielleria si è rivelato invece un periodo brillante, confermando lo status di bene rifugio per i preziosi: grazie alla crescita registrata (+44,5% in valore nei primi nove mesi del 2024), il gioiello in oro “Made in Italy” ha consolidato la propria leadership tra i paesi UE e con 9,8 miliardi di euro rappresenta il primo esportatore del continente. Oltre che nel contesto europeo, il rafforzamento si è realizzato anche a livello mondiale: l’Italia, infatti, ha guadagnato quote di mercato arrivando all’11% delle esportazioni mondiali di gioielli in oro nel 2023 anche grazie al consolidamento che si è registrato nel mercato americano, dove l’Italia si attesta come secondo partner, dopo l’India, con una quota del 14% sulle importazioni americane di gioielli in oro, dal 7,3% del 2009 (dati elaborati dal Club degli Orafi Italia e dal Research Department di Intesa Sanpaolo).
Concludiamo citando il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che, illustrando la visione del Governo di fronte alla crisi della Moda, ha fatto presente che non si tratta solo di “tamponare” una situazione delicata e contingente e di affrontare le emergenze, bensì di attuare insieme una serie di misure per rilanciare un settore strategico per l’Italia: “Una svolta per la politica industriale del nostro Paese che valorizza il ruolo delle piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia nazionale e dell’identità produttiva del Made in Italy, attraverso un sistema normativo mirato all’innovazione, alla competitività e alla crescita”.
Le prossime carte si dovranno giocare a livello di politica industriale UE. Cross fingers!