Sinfonie dell’anima per Calcaterra e Ter et Bantine P/E 2018
Armonia di spirito mente e corpo, essenzialità e autenticità sono gli elementi comuni delle collezioni P/E 2018 presentate nella scorsa edizione del MFW dai due brand, Calcaterra e Ter et Bantine -nella sua nuova stagione di vita si quest’ultimo con Manuela Arcari un’altra volta a disegnare la collezione-, proposte che, seppur diverse e ognuna con la propria peculiare caratteristica esprimono una versione analitica e profonda dell’animo femminile .
Calcaterra immagina un dialogo ideale tra due diverse femminilità, tra austerità maschile e sensualità contemporanea e propone un’ indagine sulla forma in continua evoluzione, fatta di volumi lievi e armonici che riportano alla mente spontanee leggiadrie ispirate a colei che fu una delle protagoniste della rottura radicale nei confronti della danza accademica, che inventò la danza libera, che ruppe schematismi atavici e rinunciò alle “punte” che fu amata da artisti e intellettuali di tutto il mondo, Isadora Duncan.
Così, come la danzatrice statunitense fece sognare miriadi di platee, e dichiarò:“L’unico grande principio su cui fonda la mia arte è la costante, assoluta, universale unità di forma e contenuto. Le acque, i venti, i vegetali obbediscono a questo ritmo sovrano, la cui linea caratteristica è l’ondulazione.”
Anche i capi di Calcaterra si trasformano in performance dinamiche, raccontate attraverso un nuovo alfabeto, fatto di movimento ed emozione. Fatto di volumi sempre nuovi, di forme sperimentali, sinfonie contemporanee, ricercatezza nei materiali e di sculture fluide, ondeggianti e leggere, atte a formare silhouette eteree e danzanti.
Innesti di passato si insinuano nel presente con tuniche che citano il monachesimo, mise che ricordano la semplicità degli indumenti agresti come i pantaloni maschili e larghi, strizzati in vita color cioccolato ed altre che rievocano i pepli dell’antica Grecia, come nel caso della camicia bianca dal manto impalpabile e fluttuante lasciato libero di giocare con il vento. Giochi di volant asimmetrici e sovrapposti per alcune gonne si alternano a giacche costruite che si stringono e si allargano sul corpo appoggiandosi rilassate sulla silhouette. Tutte le mise hanno un comune denominatore, fatto di sofisticata eleganza e ricercatezza.
La palette è intrisa di austerità, toni naturali e terrosi, generoso il blu, il nero, gli champagne, il bianco, molte anche le cromie indefinite e opacizzate. Generosa è anche la proposta del monocolore dalla testa ai piedi che, oltre a conferire eleganza e slanciare la figura, esprime concetti come coerenza, ordine mentale e armonia.
Nella sfilata Calcaterra presenta anche alcune proposte uomo.
Armonia e introspezione estetica sono concetti noti anche per TER ET BANTINE che racconta le donne dal 1992, in una prospettiva emotiva, sofisticata, profondamente arguta e intimista, dopo aver fatto un viaggio in quello spazio infinito che è l’animo femminile, in quello spazio eterno, in continuo movimento, in continua crescita, in continua rinascita, in continua evoluzione.
La stilista racconta le donne in maniera scarna, concreta, autentica, essenziale. Le racconta nella loro purezza, nella loro essenza, nella loro identità. Racconta la moda dal punto di vista della forza ma anche della fragilità, che il privilegio di essere gentil sesso comporta.
Indossano i fondamentali di un guardaroba emozionale le giovani in perpetuo scambio di postazioni – così come ha ideato la presentazione della collezione la designer Manuela Arcari-, e si muovono da uno schermo all’altro, come nel gioco dei quattro cantoni, alternandosi a vicenda tra un ruolo e l’altro con indosso il completo da uomo che definisce la forza, il gilet bondage che richiama sprazzi di sensualità audace, la camicia da notte anni 50’ e tutto l’universo della lingerie che ne dipinge il lato romantico e intimo, la gonna a tubo che trasuda sicurezza e voluttà, il lino delle lenzuola e della biancheria che rimembra candore e incanto, le sete trasparenti rese tangibili da colori forti e caldi come il rosa e il rosso, gli unici due colori che interrompono il ritmo bianco e nero della collezione: ancora una volta, per Manuel a Arcari le cose ricche, meramente lussuose, valgono meno di quelle rese preziose dalle emozioni.