Al MAXXI sfila l’Haute Concrete di Sabrina Persechino
Sabrina Persechino torna a ispirarsi all’architettura, disciplina che le è propria: le analogie tra la progettazione dell’edificio e dell’abito condizionano e orientano la sua collezione per la Primavera/Estate 2014, composta da venticinque capi e presentata al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, durante la giornata conclusiva di AltaRoma. Il design degli abiti passa attraverso l’analisi e la scomposizione estetico-prospettica di lavori realizzati da tre maestri dell’architettura contemporanea: Zaha Hadid, Jean Nouvel e Renzo Piano. Dall’incontro diretto con i tre architetti e dal dibattito sul processo creativo, che ha generato il progetto e poi la realizzazione dell’opera, nasce Haute Concrete. Il nome della collezione esprime il legame simbiotico tra materiali che, aggregati, vanno a comporre abiti ideati e concepiti come struttura. Il concetto di Haute Concrete ricorda la miscela, fatta principalmente di sete e metalli, che imita il processo di preparazione del calcestruzzo armato, conglomerato artificiale costituito da un mix di legante, acqua e aggregati (sabbia e ghiaia) gettato in casseforme di legno con anime di ferro.
Se Renzo Piano ha spiegato: “L’architettura è un’arte. Usa tecniche per generare emozioni e lo fa con il proprio linguaggio fatto di spazio, proporzioni, luce e materiale. Per un architetto la materia è come il suono per un musicista o le parole per un poeta” di pari passo, Sabrina Persechino interpreta la sua visione della couture sostenendo: “La moda è un’arte che genera emozioni, fatta di tessuti, texture, materiali, finiture, tagli, cuciture, sapienti manifatture – e aggiungendo – progetto un abito come faccio per un edificio: piante, prospetti, sezioni, proporzioni, tagli, luci e ombre che avvolgono la figura umana”.
Per raccontare la sua idea di femminilità, la stilista ha scelto esclusivamente la seta: duchesse, mikado, chiffon e satin. La cartella colori s’ispira alle tinte delle strutture analizzate. Per rappresentare il MAXXI è stato scelto il rosso scuro, per dare enfasi alla struttura, nella duplice veste di fonte d’ispirazione e sede della presentazione. Linee decise, sinuose e parallele percorrono la figura avvolta nelle creazioni rubino in raso di seta. Sempre di Zaha Hadid è il Ponte-Padiglione di Saragozza, costruito per l’Expo del 2008 dedicata ai temi dell’Acqua e dello Sviluppo Sostenibile. La resa in passerella evidenzia e riproduce, nella lavorazione del tessuto, gli elementi reticolari o “baccelli” associati inevitabilmente alla scelta del colore bianco.
Di Jean Nouvel vengono sviscerati l’Istituto del Mondo Arabo di Parigi e il Burj Doha del Qatar. La facciata parigina si trasforma in texture cangiante che assorbe e riflette la luce a seconda dell’inclinazione del raggio luminoso: Nouvel gioca con la geometria della luce recuperando il principio della distillazione, lezione fatta propria dalla passerella. Quindi, il macramè metallico del rivestimento della Torre di Doha diventa l’elemento caratterizzante degli abiti blu-indaco. Le catene e i motivi stellati creano merletti – jali sugli abiti in pura seta.
Il Jean-Marie Tjibaou Cultural Center in Nuova Caledonia e la Banca Popolare di Lodi sono le opere protagoniste del design dedicato a Renzo Piano. La prima architettura ha suggerito strutture verticali enfatizzate dai tagli sulle sete, principalmente sui bustier; l’ariosità dei gusci traforati, che caratterizzano la struttura originaria, ha ispirato ampie gonne e mantelle mentre le essenze arboree, principalmente il bambù, si ritrovano dipinte sulle sete con tonalità che vanno dal verde al marrone. Sono stati analizzati i due grandi spazi sociali della Banca Popolare di Lodi: la piazza coperta e l’auditorium. La tensostruttura della piazza è stata tradotta in un pendente di frange impreziosite da cristalli e lustrini ferrosi. Il sistema di pannelli acustici si è trasformato in una lavorazione fatta di resine interne e invisibili e impunture sulla seta. I colori richiamano rigorosamente la terracotta.